sabato 30 novembre 2013

Il primo esempio

Procedendo con il filone storico in quegl' anni vi fu il cosiddetto caso Thonet.

Michael Thonet è stato un'ebanista vissuto a metà dell'800 in Austria i cui mobili si caratterizzavano per l'invenzione tecnica: inumidire il legno per poterlo piegare.

Thonet aveva un metodo:

1. predisporre dei pezzi
2. tagliarli nella forma necessaria
3. sagomarle in casse formi metalliche
4. lasciarli essiccare

Grazie alla sua metodologia Michael Thonet da ebanista diventò un vero e proprio Designer Industriale. I suoi mobili hanno resistito ai moti del gusto e alle variazioni della moda per più di un secolo, hanno arredato le varie tipologie di ambiente, sono, in una parola, intramontabili.


Tra tutti vorrei parlarvi del caso della sedia n°14, il primo oggetto moderno della storia, un oggetto-mito, il non plus ultra tra le sedie.
Realizzata nel 1859 Thonet aveva ridotto a soli 6 pezzi e 10 viti la costruzione della sedia semplificando al massimo le lavorazioni, le produzioni e le spedizioni. Inoltre era facilmente smontabile, si pensi che un metro cubo contenesse 36 sedie.

Michael Thonet avrà un successo immenso, incontrerà ed accontenterà i gusti della piccola e media borghesia. Collaborerà con grandi nomi come Le Corbusier o Mies Van der Rohe.

Un successo dato dall’ invenzione e successivo diritto di privativa e dal progetto: varietà di modelli, trasparenza e leggerezza.
La ditta Thonet è oggi proprietà del marchio italiano Frau che continua a produrre i modelli più classici del catalogo con gli stampi originali, a conferma del successo senza tempo di una linea di mobili belli e funzionali. 

sabato 23 novembre 2013

Underground

Il viaggio nel mondo del Design parte (per convenzione naturalmente) dall'Inghilterra più precisamente da Londra e così per far sì che il viaggio nella storia e quello nei luoghi procedano parallelamente quest’oggi tratterò proprio la capitale britannica! 

@Big Ben
Ci sono stata diversi anni fa e ne sono rimasta così colpita che programmo di tornarci al più presto, anche perché al tempo non ebbi occasione di visitarla dettagliatamente. Inoltre tempo fa ho stilato un programma comprendente musei, edifici, piazze storiche e quant'altro che per la maggior parte ho visto ma che nella prossima occasione vorrei approfondire, l’ho consigliato già a diversi amici ed al loro ritorno mi hanno dato un feedback positivo, spero che sarà così anche per voi :)

Design Museum
Per quanto riguarda il Design, Londra offre il London Design Festival, la settimana del design della capitale inglese in cui aziende e designer espongono le loro novità, che si tiene in genere nella terza settimana di Settembre, il Design Museum, museo situato lungo il Tamigi, vicino al Tower Bridge, è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17e45 e si entra gratis con il London Pass. 

National Gallery
Spostando lo sguardo al tema musei sicuramente vanno annoverati il National Gallery, a Trafalgar Square, che ospita dipinti di varie epoche ed è ad ingresso gratuito, il British Museum per la storia del mondo antico, la Tate Gallery, museo di arte moderna sviluppato su cinque livelli, anche qui l’ingresso alla collezione permanente è gratuito, il Natural History Museum, per la storia naturale come dice il nome stesso, ed il Victoria and Albert Museum, il più importante museo a livello mondiale dedicato alle arti applicate e alle arti minori.

British Library
Shard London Bridge
Tra gli edifici da vedere ci sono lo Shard London Bridge, grattacielo progettato dal nostro Renzo Piano, la City Hall con la sua forma ovale progettato da Norman Foster per la Greater London Authority, il 30st Mary Axe, conosciuto anche come “The Gerkin”, “il cetriolo”, costruito anch’esso da Norman Foster e la British Library, l’importantissima biblioteca di ricerca e la ruota panoramica London Eye, uno dei principali simboli insieme al Tower Bridge, il ponte mobile. 

Tempio Neasden
Passando alle architettura religiose  vi consiglio un salto all'Abbazia di Westminster, dove i re d'Inghilterra vengono incoronati e sepolti ed il Tempio Neasden, il più grande tempio indù fuori dell'India, tra le civili invece Buckingham Palace, la residenza ufficiale della monarchia britannica a Londra, il Big Ben, sede del parlamento del Regno Unito. 

E poi ancora le piazze, la storica Trafalgar Square, la psichedelica Piccadilly Circus e la cinematografica Leicester Square. 
Dopo le piazze è la volta delle vie: Oxford Street, Carnaby Street e Regent Street. 
@Piccadilly Circus
@Trafalgar Square
@Corner Street

Ricordo che quando visitai Londra mi colpirono molto i grandi e curatissimi spazi verdi come Hyde Park, Kensington Gardens o il Greenwich Park, patrimonio mondiale dell’umanità ed uno dei più antichi parchi reali.

Ma come muoversi tra queste bellezze? Con la metro, la più antica al mondo e la seconda più estesa d’Europa! 

Tra l’altro il logo della metropolitana londinese è un must nel mondo della grafica e quest’anno compie 100 anni. Fu disegnato per la prima volta nel 1913 da Franck Pick, direttore della compagnia, e commissionato ad Edward Johnston 3 anni dopo.
Edward Johnston era un allievo di William Morris, che ormai tutti conosciamo, che dedicò la sua vita alla tipografia, fu presidente della Arts&Crafts Society e più in generale un designer molto influente, si pensi che ispirò il suo allievo Eric Gill alla creazione del carattere Gill Sans.
Johnston ha creato il carattere “Underground” (da qui il titolo del post) , conosciuto come “Johnston’s Railway Typ”, e successivamente  semplicemente come “Johnston” per la metropolitana di Londra.


Il progetto gli fu commissionato da Pick per rinforzare l’identità visiva dell’azienda. Occorreva un font moderno e semplice e Johnston riuscì in pieno a soddisfare la richiesta dando vita ad un carattere lineare, senza grazie, basato sulle proporzioni di un primo lapidario romano. Le lettere “o” sono perfettamente circolari segnando così un distacco con i sans-serif usati in precedenza basati su forme più quadrate.





sabato 16 novembre 2013

E così che la storia cominciò

Il Design viaggiando è un viaggio nel mondo del Design attraverso i luoghi ed il tempo, considerato che sono agli inizi di questa avventura scelgo di partire dagli inizi della storia, quindi come ormai saprete da un generico 19 secolo. 

Siamo nel 1800, in Inghilterra, siamo quindi in un periodo liberale e capitale, nel tempo di Will Smith “Laissez faire, laissez passer”, nel tempo in cui gli industriali considerano il buongusto un intralcio alle vendite, nel tempo di “The best is what sells best”. Bè in quel tempo venne fuori un progetto. Il progetto era disegnare oggetti per richiamare il pubblico ed educare il gusto, nacquero così associazioni artistico industriali, accademie e scuole di disegno i cui maggiori protagonisti furono Henry Cole e William Morris.

Henry Cole (1808-1882) è stato il maggior esponente della cultura vittoriana per il design, attento alla collaborazione con l’industria, alla riduzione degli oggetti alla purezza formale ed al concetto di funzionalità, nonché artefice della Great Exhibiton.

William Morris (1843 – 1896) d’altro canto diede vita al movimento delle Arts and Crafts volendo diffondere il concetto di bellezza a tutte le classi sociali e mettere in atto l’idea sociale di arte. 
Per Morris l’arte rappresentava un mezzo per far uscire l’operaio dalla sua condizione mentre la macchina la degradazione dell’uomo. Si richiama al Gothic Revival ed alle linee neomedievali di John Ruskins, prende a modello le corporazioni, le lavorazioni e la morfologia dei prodotti medioevali.

Or dunque siamo davanti a due filoni, sebbene entrambi preferissero le arti applicate e gli Useful Objects e fossero attenti al vasto pubblico, l’uno si rivolge all’industria, l’altro si rivolge all’artigianato.

Nelle vicende del nascente design, il punto emblematico è la Great Exhibition: il prodotto della concezione liberale dell’economia, commercio e comunicazioni libere, libertà di competizione. 
Si tenne a Londra nel 1851 per volere di Henry Cole con l’intento di osannare l’industria contemporanea di ogni Paese e promuovere al massimo l’integrazione tra arte e industria. L’emblema della mostra fu il Crystal Palace, la costruzione che ospitava l’esposizione stessa. Prefabbricato, rinuncia dei muri portanti in totale favore di acciaio e vetro, realizzato in tempi e costi da record, costruito con pezzi in serie e smontabile: queste le caratteristiche, altamente innovative, del Palazzo di Cristallo che da contenitore divenne contenuto della mostra. 
All’interno furono esposti i prodotti artigianali e industriali di moltissimi Paesi. 
Due correnti vennero prepotentemente fuori: l’americana e l’inglese. Gli USA esposero macchinari senza pretese formali, oggetti d’uso che badavano solo alla funzione e non alla forma, l’Inghilterra al contrario espose i più svariati stili di cattivissimo gusto arrivando ad un degrado estetico degli oggetti. Effettivamente questo errore fu abbastanza comune in quel tempo, vi fu un tale eccesso di decorazione che si finì per avere disgusto per l’ornamento.

Crystal Palace
Crystal Palace
---------------------------TO BE CONTINUED----------------------------

sabato 9 novembre 2013

Ma questo Design alla fine cos'è?

Come primo post vorrei introdurvi il mondo del design, anche se a molti di voi sembrerà strano, molte persone non sanno cosa esso sia, credono riguardi solo l’arredamento o peggio ancora lo confondono con l’arte! Sacrilegio!

E così anche se per molti potrà risultare noioso mi sembra doveroso provare a chiarire la grande nebulosa che aleggia attorno a questo macrotema. 

Si parla di un qualcosa che inizia a porre i semi di un fruttuoso futuro tra l’avvento della prima rivoluzione industriale e la Great Exhibition (Londra 1851). Il termine giunge quindi dall’Inghilterra: to design ovvero progettare, che a sua volta deriva dal latino proiectare, gettare avanti, porre le basi. 

Ciò vuol dire che siamo davanti ad un vero e proprio processo di progettazione. Partendo da una lunga e precisa fase di analisi (analisi del mercato, dei bisogni, definizione delle modalità di approccio, definizione degli obiettivi, casi studio, business plan…) passando per la prototipazione, per riscontrare e valutare i dati evinti nella fase analitica, e finendo con la produzione si da vita ad una progettazione industriale.

Quest’ ultima può riguardare diversi ambiti poiché il design è un mondo davvero vasto, fondamentalmente li dividerei in design del prodotto e design della comunicazione.
Con il primo s’intende la progettazione di un oggetto fisico, grosso modo comprende il design d’interni, quindi anche dell'arredo , che a sua volta comprende il lighting design, il design automobilistico e navale, ma anche il design della moda ed il packaging design.
Il secondo invece entra in scena dove il prodotto industriale e i servizi si relazionano con l’utente. Agisce nel campo dell’editoria tradizionale e multimediale, nell’ identità di marca e nell’ immagine coordinata d’impresa. In quest’ambito troviamo il type design, il food design, il web design e l’ interaction design.

In ogni caso i principi guida sono e devono essere sempre gli stessi: funzionale, industrializzabile, democratico. Un prodotto di design, qualsiasi esso sia, dev’essere accessibile a tutti, nella produzione, nell’uso, nella reperibilità e nel prezzo! 

Quindi un oggetto di design non è un costosissimo gingillo inutile da tenere immacolato sul comò, è un prodotto pensato e progettato per una scala industriale, utile, funzionale ed a costo accessibile. Dulcis in fundo il gusto estetico che lo distingue da un prodotto ingegneristico. 
Detto ciò concludo con una massima a me molto cara:  “tra l’arte e l’ingegneria vi è il Design”

Mi presento

Salire a bordo della grande flotta dei blog, un proposito che mi porto avanti ormai da parecchio tempo, un progetto che parte oggi, 9 Novembre 2013 e che spero di portare avanti a lungo.

Il mio nome è Eleonora, il mio cognome Iezzi, ho 23 anni e sono laureata in Disegno Industriale presso lo IUAV di Venezia, sede di San Marino. Ho molte passioni che cerco di coltivare nella speranza che le giornate diventino di 48 ore, se comunque dovessi eleggere un vincitore sceglierei il design, in tutte le sue forme: una grande passione che da Roseto degli Abruzzi mi ha portata fino a Milano per frequentare la Laurea Magistrale in Design della Comunicazione.
Sul secondo gradino del podio troneggia “il viaggio”, viaggiare tra storia e culture diverse, movida e relax, o anche semplicemente pianificare e sognare di partire al più presto.
Queste due molle creano un’energia troppo potente da tenermi dentro e così ho deciso di condividerla con chi avrà il piacere di seguirmi. 

Il Design viaggiandoè un blog, che innanzitutto spero sarà degno di questo nome, in cui cercherò di trattare il design viaggiando attraverso il luoghi e la storia, partendo da esperienze vissute in prima persona.