sabato 16 novembre 2013

E così che la storia cominciò

Il Design viaggiando è un viaggio nel mondo del Design attraverso i luoghi ed il tempo, considerato che sono agli inizi di questa avventura scelgo di partire dagli inizi della storia, quindi come ormai saprete da un generico 19 secolo. 

Siamo nel 1800, in Inghilterra, siamo quindi in un periodo liberale e capitale, nel tempo di Will Smith “Laissez faire, laissez passer”, nel tempo in cui gli industriali considerano il buongusto un intralcio alle vendite, nel tempo di “The best is what sells best”. Bè in quel tempo venne fuori un progetto. Il progetto era disegnare oggetti per richiamare il pubblico ed educare il gusto, nacquero così associazioni artistico industriali, accademie e scuole di disegno i cui maggiori protagonisti furono Henry Cole e William Morris.

Henry Cole (1808-1882) è stato il maggior esponente della cultura vittoriana per il design, attento alla collaborazione con l’industria, alla riduzione degli oggetti alla purezza formale ed al concetto di funzionalità, nonché artefice della Great Exhibiton.

William Morris (1843 – 1896) d’altro canto diede vita al movimento delle Arts and Crafts volendo diffondere il concetto di bellezza a tutte le classi sociali e mettere in atto l’idea sociale di arte. 
Per Morris l’arte rappresentava un mezzo per far uscire l’operaio dalla sua condizione mentre la macchina la degradazione dell’uomo. Si richiama al Gothic Revival ed alle linee neomedievali di John Ruskins, prende a modello le corporazioni, le lavorazioni e la morfologia dei prodotti medioevali.

Or dunque siamo davanti a due filoni, sebbene entrambi preferissero le arti applicate e gli Useful Objects e fossero attenti al vasto pubblico, l’uno si rivolge all’industria, l’altro si rivolge all’artigianato.

Nelle vicende del nascente design, il punto emblematico è la Great Exhibition: il prodotto della concezione liberale dell’economia, commercio e comunicazioni libere, libertà di competizione. 
Si tenne a Londra nel 1851 per volere di Henry Cole con l’intento di osannare l’industria contemporanea di ogni Paese e promuovere al massimo l’integrazione tra arte e industria. L’emblema della mostra fu il Crystal Palace, la costruzione che ospitava l’esposizione stessa. Prefabbricato, rinuncia dei muri portanti in totale favore di acciaio e vetro, realizzato in tempi e costi da record, costruito con pezzi in serie e smontabile: queste le caratteristiche, altamente innovative, del Palazzo di Cristallo che da contenitore divenne contenuto della mostra. 
All’interno furono esposti i prodotti artigianali e industriali di moltissimi Paesi. 
Due correnti vennero prepotentemente fuori: l’americana e l’inglese. Gli USA esposero macchinari senza pretese formali, oggetti d’uso che badavano solo alla funzione e non alla forma, l’Inghilterra al contrario espose i più svariati stili di cattivissimo gusto arrivando ad un degrado estetico degli oggetti. Effettivamente questo errore fu abbastanza comune in quel tempo, vi fu un tale eccesso di decorazione che si finì per avere disgusto per l’ornamento.

Crystal Palace
Crystal Palace
---------------------------TO BE CONTINUED----------------------------

Nessun commento:

Posta un commento